TRIAGE   METODO   S.T.A.R.T.

S.T.A.R.T.  acronimo di Simple Triage And Rapid Treatment, per applicare tale protocollo il soccorritore deve porsi 4 semplici domande ed eseguire se necessarie solo 2 manovre, disostruzione delle vie aeree ed arresto di emorragia esterna imponente .

1. IL PAZIENTE PUO' CAMMINARE ?

Se si va considerato verde, cioè con bassa priorità di soccorso, e passare al prossimo ferito.

Se non cammina, si passa alla seconda domanda.

2. QUALE E' LA FREQUENZA RESPIRATORIA DEL PAZIENTE ?

Se assente, si tenta con la disostruzione delle vie aeree ed il posizionamento di cannula orofaringea. Se ancora assente il respiro viene considerato non salvabile e si passa oltre. Se invece riprende si considera rosso e si procede al prossimo. Se la frequenza è maggiore di 30 atti/minuto si considera rosso e si passa al prossimo paziente. Se uguale o inferiore a 30 atti/minuto si passa alla domanda seguente

3. E' PRESENTE IL POLSO RADIALE ?

Se presente il polso radiale, si può attribuire al paziente una pressione sistolica di almeno 80mmHg, L'assenza di polso significa una ipotensione dovuta a diversi fattori, con scompenso cardiocircolatorio quindi si considera il paziente rosso, si posiziona in antishock rispettando l'allineamento del rachide e si passa oltre. Se presente si passa all'ultima domanda

4. IL PAZIENTE RISPONDE AD ORDINI SEMPLICI ?

Se risponde a richieste semplici come: apri gli occhi o tira fuori la lingua vuol dire che la funzione celebrale è sufficientemente presente e si considera giallo. Se il paziente non risponde alle richieste si categorizza rosso, si pone in posizione laterale di sicurezza rispettando l'allineamento del rachide e si passa oltre.

Questo metodo è stato creato dai pompieri di Newport Beach California nei primi anni '80, in collaborazione con Hoag Hospital, come risposta ai vari incidenti con più vittime frequenti nella zona. Nel 1983 viene diffuso ai paramedici in servizio sulle ambulanze americane e poi all'estero.In Italia viene reso operativo nel 1990 preso gli aeroporti milanesi come procedura standard in occasione di crash aerei